We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

IO COME STO?

by Valery Larbaud

supported by
/
  • Streaming + Download

    Includes unlimited streaming via the free Bandcamp app, plus high-quality download in MP3, FLAC and more.
    Purchasable with gift card

      €3 EUR  or more

     

1.
LIBRERIA Fuori l’afa uccide e in casa nostra c’è l’autunno già! Dei quadri restano soltanto buchi dentro al muro. Alle cose tue succedono quei posti vuoti. Spazi che pensavo non ci fossero nemmeno. Ti sento solamente nei momenti che ti porti via quando sono al lavoro. Ti sento solamente nei momenti che ti porti via quando sono al lavoro. Con i cassetti dei vestiti, i libri e quegli sgorbi che facevi mentre mi aspettavi, hai preso lì con te, tutte le parole che mi servirebbero per dirti come sto. Io non parlo più!!! Io non parlo più!!! In bocca ho solo gli scaffali vuoti, in gola un buio ingordo. Io non parlo più! Io non parlo più! La bella sistemata a tutto! E’ questo che serviva! Lo dicevi da un po’. La bella sistemata a tutto! E’ questo che volevi! Lo dicevi da un po’. Ricordi il blu che ti sei messa nello studio? Colava e non restava, ed io guardavo quelle gocce non fermarsi e non pensavo che anche tu avresti fatto come loro. IO COME STO? Ho messo in lista i posti dove siamo stati, l’ho fatta in pezzi e l’ho mangiata. Per averti dentro come quella che non eri.
2.
AVVELENANO Viviamo in una città avvelenata e il cancro fiorisce sui marciapiedi come le orchidee. Siamo bombe innescate con il DNA alterato pronto ad esplodere al momento meno adatto ma per certe esplosioni momenti giusti non ci sono mai. Avvelenano l’aria fuori per darci un’altra ragione che non ci faccia uscire. Una città malata anche nei bersagli, negli ordigni che ci lasciano. Sempre e solo quelli sbagliati. Mai un potente, arcigno, pericoloso, violento, arrogante che esploda lì nel pieno delle sue gesta ostili. Sempre e solo chi doveva rimanere va. Dovevi rimanere ancora un po’ tu! Dovevi rimanere ancora po’ .Dovevi rimare tu. Dovevi rimanere ancora un po’. Avvelenano l’aria fuori… E’ l’altro che saremmo dovuti essere a spingere prendere forma dentro e dirci che dovevamo ascoltarlo prima che fosse tardi.
3.
CLARK KENT I resti del bicchiere nel lavabo, tu che mi scansi e non sopporti quanto le cose mi sfuggano di mano. Provo a raccoglierne le schegge ma spezzate sembrano parte d’altro e la forma non tornava. Qualche cosa non tornava più. Come una sera d’inverno a Berlino quando mi hai detto vorrei vederlo al sole. Dissi anche io amore. Ma tu non parlavi ne del cielo sul Rathaus e né del muro. E io non capivo ancora perché tu mi vedevi parte di un piccolo mondo che non conoscevo e che ti andava stretto. Ma seppur piccolo quel mondo stava dentro un cuore sopra cui dormivi ogni notte di quei giorni dove ci sentivamo meno eroi. senza capire che gli eroi se ne stanno sempre soli e non li vedi mai senza il loro stupido costume non li vedi mai. Pensaci non li vedi mai. Sai che per me Clark Kent era il vero eroe? Non l’hai capito mai! Perché arrivare prima al cielo soli è meno utile che fermarsi e trovarci ancora insieme io e te. Non L’hai capito mai! Non L’hai capito mai! Adesso lo so! Quella notte in cui strapparono i nostri nomi dal citofono eri stata tu ma allora io non capivo ancora…
4.
ESTETICA Disse di voler partire. E’ giusto. Che si faccia la sua vita! Di cosa parlino ora io posso immaginarlo. Come sempre riesco a immaginare. Realizzare è quello che non riesce mai. Mi vedo in vesti bianche, lino grezzo, barba lunga e pelle cotta al sole. Io voglio mollare! Voglio mollare tutto ! Senza più nulla da perdere c’è tutto da vincere. Non sapevo mai quali erano i tuoi desideri. Ed esaudirli così non era facile o semplice. Io si ho ripreso a parlare fissandomi i piedi. Perché davanti c’era solo la noia con cui tu mi guardavi! Senza più nulla da perdere e niente da vincere. “Come siamo diventati strani. Così diversi in giorni tutti uguali. Siamo diventati strani noi ! Così diversi in giorni tutti i uguali.” Quando giocavamo non ricordo chi faceva la Francia ma tu eri pronta per la ghigliottina. Ti è sempre andato bene il ruolo della regina. Senza più nulla da perdere e tutto da vincere. “Come siamo diventati strani. Così diversi in giorni tutti uguali. Siamo diventati strani noi ! Così diversi in giorni tutti i uguali.”
5.
ENZO Non è così che pensavi dovesse finire. L’avevi immaginato in tanti modi il tuo invecchiare ma questo no è insano e contro natura. Stringersi un lazzo di seta al collo per illuderli che per loro saresti pronto a morire o quanto meno farti cavalcare. Prono e docile. Per ricordarci quanto siamo fragili ti sei presentato ieri senza vestiti con i segni delle crepe disegnati sulla pelle e gridavi: lo vedete com’è facile crollare!? com’è facile crollare! com’è facile crollare! Poi sei corso via a perdifiato perché in fondo due polmoni e un fegato, la certezza che li abbiamo c’è soltanto quando te li senti scoppiar dentro. Fino a quel momento è stato solo credere che siamo tutti uguali. Ma forse non è così! Non vedete com’è facile crollare? Vite sbagliate. Lavori indegni. Lavori assurdi. Ci vogliono più folli e ingordi con l’ambizione a ruoli unici e di peso che non esistono e che non servono mai… Ma è solo il modo per farci fuori e toglierci di mezzo dai posti che contano davvero. Toglierci dai posti che contano davvero. Svegliati! Col cane sui gradini non la fai la tua rivoluzione! Svegliati! Col cane sui gradini non la fai la tua rivoluzione! Quando mi hai visto un mattino di neve spaccavi legna a petto nudo e gridavi: “Canta Diego! Canta fin che muori! E sii felice quando ti dicono : Tu non sembri più uno normale. Tu non sei più uno normale. Tu non sembri più uno normale.”
6.
LO STOMACO Per quanto mi ostini ancora a mangiare molto sale per coltivare la sete e chiedere ancora da bere, Abiti ancora qui ! Abiti ancora qui! Dentro lo stomaco. Ha un buco il mio stomaco. Lui si ribella,si gonfia,cede allo spasmo… Ma non ti dimentica. Non ti dimentica. Non mangiavamo per giorni per lasciare tempo ai denti di farsi affilati il giusto. Morderci in fondo fino a arrivare ai nervi. Frugare le vene e trovarci nel sangue tutti i ricordi più belli. Provare a spiegarci chi fossero i due sconosciuti che si erano presi noi. Ma noi chi ?... Non c’è un attimo, nemmeno un secondo della mia quotidianità che non si misuri con te. Come le braci che sotto la cenere tengono ancora al caldo gli ultimi resti di te e di me. L’inverno è uno sbadiglio grigio che non si chiude più. In casa ,per non vedere i posti dove manchi, non ho più le luci. Sai? L’assenza che ho intorno ti somiglia ancora e nei pochi giorni di sole riempio d’aria la bocca e corro per spingere via da me quello che ancora ho da dirti ma che una volta fuori non regge alla gravità . Non c’è un attimo, nemmeno un secondo della mia quotidianità che non si misuri con te. Come le braci che sotto la cenere tengono ancora al caldo gli ultimi resti di te e di me
7.
COLORFIENO Non avevi nulla in comune con me. Non avevi nulla che abbia mai desiderato ma ti voglio ancora per questo. Per avere ciò che mi manca perché non so quanto in realtà mi serva. Continuare a volerti e non sorprendermi a sbagliare. NON CI SCOPRIRANNO MAI. NON CI SCOPRIRANNO MAI. Coltivare il desiderio. Esaudirlo mai. A questo mi condanno da sempre ma con te tutto è più semplice. Non ci scopriranno mai. Nessuno saprà che sei il color del fieno al sole anche se qui piove già a dirotto. Non ci scopriranno mai. Un pugno inevitabile nelle viscere che lascia posto all’aria. Sentire il cielo che passa attraverso e capire finalmente com’è essere una stella. Mentre l’alba ci sorprenderà nella stanza bianca che si fa più piccola, con appese alle pareti tutte le ore che ci tenevano distanti. Non ci scopriranno mai. Nessuno saprà che sei il color del fieno al sole anche se qui piove già a dirotto. Non ci scopriranno mai

about

Un disco di case che si svuotano,
città avvelenate,
colleghi impazziti e la follia come rifugio, supereroi del quotidiano, luminose scoperte anche nei giorni di pioggia battente.
Sette nuovi brani per un disco che si annuncia ancora una volta intenso e onesto coerente alle nostre contraddizioni. Sette brani.
Sette come i giorni della settimana
Uno al giorno come le pastiglie grosse
Uno al giorno non di più.
Uno anche per il giorno di DDDio…
che scegliete voi quale brano, quale giorno, quale dio.

credits

released March 31, 2014

Registrato e mixato tra gennaio e febbraio 2014 da CHristian Alquati @Cascina Novella whit Studiomobile - ACIDSTUDIO.
Masterizzato da Giovanni Versari @La Maestà Studio di Tradozio (FC)
musiche: Valéry Larbaud testi: Diego Pallavera
Prodotto da Valéry Larbaud e CHristian Alquati

license

all rights reserved

tags

about

Valéry Larbaud Cremona, Italy

I Valéry Larbaud suonano da una vita anche se la vita continua a suonarli più di loro. Si ostinano a farlo dal 1999.
L’ambiguità e la contraddizione sono un marchio di fabbrica dei VALERY LARBAUD lo prova il fatto che sono fighissimi ma non famosi. Ottimi musicisti ma non ricchi sfondati.
... more

contact / help

Contact Valéry Larbaud

Streaming and
Download help

Redeem code

Report this album or account

If you like IO COME STO?, you may also like: